”Per correr miglior acque alza le vele, omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sé mar sì crudele“ Dante Alighieri Citazione Inizio del XIV secolo Italia 0 0 0 0 Scrivi il primo commento Significato Questa frase metaforica significa che l’autore (Dante) è pronto a iniziare una nuova fase del suo viaggio, lasciando dietro di sé l’Inferno cruento e dirigendosi verso il Purgatorio, che rappresenta un percorso di redenzione e speranza verso la salvezza. La "navicella del mio ingegno" rappresenta la mente creativa del poeta, il cui viaggio intellettuale e spirituale si eleva ora a un livello superiore e più sereno. Allegoria L'immagine allegorica rappresenta una barca in acque calme, simbolo della nuova fase di serenità e speranza del viaggio di Dante. La figura serena che guida la barca rappresenta la saggezza e l'insegnamento. Le acque tempestose sullo sfondo simboleggiano il passato difficile (l'Inferno) che viene lasciato indietro. Il cielo luminoso e azzurro davanti simboleggia il nuovo inizio e il progresso spirituale. Le nuvole bianche mosse dalla brezza simboleggiano purezza e speranza, contribuendo a un'atmosfera di tranquillità e ottimismo. Insieme, questi elementi visualizzano il viaggio di trasformazione e redenzione delineato nella citazione di Dante. Applicabilità Il significato di questa frase può essere applicato nella vita personale come rappresentazione dell'importanza di lasciare indietro le esperienze negative e difficili per cercare opportunità migliori e più serene. Inoltre, simboleggia la necessità di mantenere una visione positiva e di progredire nonostante le difficoltà passate, cercando costantemente miglioramenti e crescita personale. Impatto Questa frase, come molte altre della Divina Commedia, ha avuto un impatto profondissimo sulla letteratura, la teologia e la cultura occidentale. È stato ispiratore di innumerevoli commenti, traduzioni e adattamenti. La Divina Commedia è studiata in tutto il mondo e ha influenzato molti poeti e scrittori successivi. Viene spesso citata in contesti riguardanti la crescita personale e la redenzione. Contesto Storico La Divina Commedia fu scritta all'inizio del XIV secolo, concludendo il suo percorso probabilmente nel 1320. Dante scrisse quest'opera mentre era in esilio politico da Firenze. Il Purgatorio, come narrato nell'opera, rappresenta il secondo regno dell'oltretomba e simboleggia uno stato di purificazione e transizione, in cui le anime si purificano dai peccati prima di salire al Paradiso. Critiche La frase in sé non è stata oggetto di particolari controversie o critiche, se non nell'ambito delle interpretazioni diverse che gli studiosi hanno dato all'opera nel corso dei secoli. Tuttavia, alcuni dibattiti sono sorti in merito alla rappresentazione di figure storiche e mitologiche da parte di Dante, nonché alla sua visione teologica e politica. Variazioni La citazione non ha variazioni dirette significative, ma la tematica del viaggio di trasformazione personale è presente in molte culture. Ad esempio, nel buddismo, il viaggio verso l'illuminazione e il distacco dalla sofferenza terrena rispecchia una trasformazione simile. Torna alla descrizione 280 caratteri rimasti Invia Commento Nessun Commento S'altra vita non è, perché a questa, non date voi la più parte del core? Ugo Foscolo Scopri di più In la sua volontade è nostra pace. Dante Alighieri Scopri di più Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sopra te corono e mitrio. Dante Alighieri Scopri di più E quindi uscimmo a riveder le stelle. Dante Alighieri Scopri di più La bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei. Dante Alighieri Scopri di più Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Dante Alighieri Scopri di più E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l'acqua perigliosa e guata. Dante Alighieri Scopri di più Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona. Dante Alighieri Scopri di più Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, questa selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinova la paura! Dante Alighieri Scopri di più Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate. Dante Alighieri Scopri di più E io: 'Maestro, che è tanto greve, a quelle che lamentar li fa sì forte?'. Dante Alighieri Scopri di più Potrai salvere le tue preferenze e inserire commenti. Potrai salvere le tue preferenze e inserire commenti. Sign in with: or with your email address: Email Password Accedi Loading... Nome Inserisci il tuo nome o nickname (da 3 a 20 caratteri). Email Inserisci un indirizzo email valido da verificare. Password 8+ caratteri, 1 maiuscola, 1 minuscola, 1 numero, 1 carattere speciale @$!%*?_+ Cliccando sul pulsante di registrazione riceverai un'email di verifica e si chiuderà questa finestra. Crea account Nuovo qui? Crea un account. Precedente Chiudi
Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sopra te corono e mitrio. Dante Alighieri Scopri di più
La bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei. Dante Alighieri Scopri di più
Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Dante Alighieri Scopri di più
E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l'acqua perigliosa e guata. Dante Alighieri Scopri di più
Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona. Dante Alighieri Scopri di più
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, questa selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinova la paura! Dante Alighieri Scopri di più
E io: 'Maestro, che è tanto greve, a quelle che lamentar li fa sì forte?'. Dante Alighieri Scopri di più